ANNIBALE - Gianni Granzotto
Che interesse può avere per un lettore d’oggi una storia vecchia di più di duemila anni? Che segni di vita ci possono arrivare da un passato di venti secoli? Guardate cosa scrive Shakespear nella Tempesta . Ci avverte che “il passato è soltanto un prologo”. Il prologo della nostra vita, alla quale tutto ciò che la precede appartiene come parte indistruttibile dell’esistenza. Annibale siamo noi, duemila anni fa. La sua storia è la nostra storia. continua...
E il ricordo che riusciamo a decifrare è, in sostanza, un ricordo di noi stessi. È inutile obiettare che venti secoli sono un abisso così profondo da non potervi scendere dentro. Ogni cento anni si succedono tre generazioni. Mio nonno Giobatta, padre di mio padre, era nato nel 1861 insieme al regno d’Italia . All’epoca di porta Pia aveva nove anni. Garibaldi, Mazzini, Vittorio Emanuele II erano ancora vivi quando egli già si stava facendo uomo. Me li descrisse come suoi contemporanei. E mi raccontò quel che aveva sentito da suo nonno, trevigiano, il quale era stato suddito della Serenissima. Un filo ininterrotto del Settecento fino a me. Con questa cadenza di vita, sessanta nonni ci dividono oggi da Annibale. Sessanta nonni soltanto. Potrebbero stare tutti in una stanza, la stanza della memoria, cucitrice del tempo. E che dire dei luoghi, spettatori impassibili e fedeli del passato, testimoni che attendono solo d’essere interrogati? Bernard Shaw, nel prologo Cesare e Cleopatra – un prologo che è poi uguale per ogni storia, se l’ieri è semplicemente l’inizio dell’oggi – fa recitare questa battuta: “ Le stelle e il cielo senza nuvole sono nostri contemporanei, diciannove secoli e mezzo più giovani di quando li abbiamo conosciuti noi; ma dal loro aspetto non lo si potrebbe arguire”. Per Cartagine i secoli sono venti, ventidue. Ma il discorso non cambia. Basta saper guardare e Cartagine diventa viva, Annibale un contemporaneo del nostro ricordo, un uomo come noi, che “come noi viveva di pane, provava desideri, assaporava dolori, aveva bisogno di amici”. Ecco, ve lo porto a casa.
|
CARLO V - L'impero su cui non tramonta il sole - Alberto Angela Nell’anno 1500 da Filippo d’Asburgo e Giovanna di Castiglia, rampolli delle due più influenti dinastie europee, nasce Carlo, erede del ducato di Fiandra e Paesi Bassi. È un bimbo gracile e introverso. Eppure è destinato a cambiare la storia moderna. A 19 anni si trova a ereditare la corona di Spagna e le colonie d’America, da parte della madre, e quella del Sacro Romano Impero, dal nonno paterno. continua...
È Carlo V d’ Asburgo, ed è l’uomo più potente del mondo. In questo nostro viaggio lo seguiremo da vicino nella sua ascesa al trono e nei suoi 35 anni di regno, durante i quali il Vecchio Continente entrerà in crisi e il Nuovo Mondo cambierà per sempre. Grazie a lui la Spagna dominerà l’Europa per un secolo e grazie ai matrimoni dinastici gli Asburgo di Austria- Ungheria avranno lunga vita.
|
DA KENNEDY A WATERGATE - Furio Colombo
Questo libro racconta gli ultimi quindici anni di vita in America. C’è l’America di Kennedy, che si apre con una grande speranza e si chiude con un delitto; lì America di Jhonson in cui, in un paradossale contrasto, si allarga la vitalità, la partecipazione, la presenza dei negri e dei giovani, ma c’è anche la guerra nel Vietnam. Le sue conseguenze, la vita e la morte di Martin Luther King e di Robert Kennedy. continua...
C’è un Paese che cresce, duro e deciso a proteggere i propri interessi, coraggioso, giovane, vulnerabile, nuovo, che cerca la povertà in mezzo al benessere. E prima di ogni crisi di energia e di risorse, punta confusamente ma con immaginazione verso “un altro modello” di vita. C’è la creatività paziente di un mondo che cambia pezzo per pezzo, nelle case, nelle famiglie, nelle scuole; la creatività estrosa e febbrile che ha segnato un decennio di arte contemporanea (dalla Pop Art al Cinema “Underground”), violenta, entusiasmante, profetica. C’è la presenza ostinata dei negri, che non sono disposti a rinunciare ed entrano nella grande rivoluzione culturale del pianeta America, lasciando un’impronta definitiva. C’è ancora la grande forza tirante di un mondo universitario che non ha mai smesso di funzionare, la crescita della ricerca scientifica che continua sempre - con la fede e senza fede, alla luce e al buio, con e senza scopo - . C’è un mondo politico che si complica nella sospetta e irritata solitudine di Nixon, nella sua perdita di prestigio, nella grande crisi di Watergate. E che si alimenta continuamente di nuove ondate di partecipazione. C’è il pianeta lucido e implacabile delle informazioni, la “ società a circuito chiuso” in cui gli schermi televisivi non si spengono mai; la voce di Dylan, di Mayler, di Ginsberg, di Castaneda, comizi, profezie, poesia, misteriose ricerche di solitudine nel sistema più ricco e più affollato del mondo; la nostalgia e la mano pesante, la decisione di affrontare a tutti i costi il futuro, la tenera introversione di chi non ha perso legami con la natura, la legge implacabile dell’organizzazione. C’è il fervore, che torna ai cicli sempre nuovi, di un nuovo impegno politico, di un’altra speranza. L’America fra i Sessanta e gli Ottanta. La zona cruciale di un secolo, il suo archivio, le sue voci, le sue rivelazioni. Anche per quello che accadrà dopo.
|
ELISABETTA I - La regina vittoriosa - Alberto Angela Negli anni di Shakespear e delle imprese corsare di Francis Drake, in Inghilterra sale al trono Elisabetta I Tudor, una donna che sceglie di non sposarsi e di non avere eredi, dedicandosi a governare il suo popolo. Figlia illegittima di Enrico VIII che fece decapitare la madre Anna Bolena, Elisabetta prende la corona a 25 anni dopo essere stata ripudiata dal padre e gettata in prigione dalla sorellastra Maria. Vedremo come riuscirà a tenere unito un Paese diviso dalla Riforma anglicana, mentre l’Europa era insanguinata dalle guerre di religione. continua...
Scopriremo come saprà trasformare il suo regno nella più grande potenza marittima e coloniale della storia moderna. Viaggeremo poi per le città e le campagne per capire come si viveva entrando nei teatri pubblici di Londra, affollati dalla gente comune che assisteva ai capolavori del Bardo, respirando il clima di quell’epoca d’oro della storia inglese che ha preso il nome della sua regina vittoriosa.
|
GARIBALDI - L'eroe dei due mondi - Alberto Angela Una lunga barba, lo sguardo intenso, la camicia rossa, la spedizione dei Mille: sono tante le cose che ci vengono in mente pensando a Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei due mondi. Ma qual è il vero Garibaldi? Il romantico guerrigliero che viaggia da un capo all’altro del mondo per appoggiare le insurrezioni dei popoli oppressi? Oppure l’avventuroso comandante a capo dei Mille che prima libera la Sicilia e Napoli e poi accetta di sottomettersi alla volontà del suo re? Ci sono tanti Garibaldi quanti sono gli eventi straordinari di una biografia che, se non fosse vera, sembrerebbe un romanzo. In questo volume impareremo a conoscerlo e ripercorreremo le tappe più importanti del nostro Risorgimento. |
IL FARDELLO DELL' UOMO BIANCO - Paolo De Sanctis Ricciardone
Quando si sente pronunciare il termine colonialismo vengono subito alla mente immagini di conquiste e insediamenti che gruppi di uomini effettuano ai danni di altri: pensiamo ,ad esempio, alla grande espansione delle nascenti nazioni europee, a partire dal XV sec. in Africa, nelle Americhe, in Asia. Ma con questa denominazione si comprende un fenomeno unitario? continua...
Appartengono alla stessa natura tutti i movimenti migratori che portano gli uomini ad uscire dai luoghi tradizionali di residenza in cerca di terra, lavoro o ricchezze? Certamente no. Questo libro si propone di tracciare un quadro dello sviluppo del fenomeno, a partire dalle primitive migrazioni ed invasioni barbariche, per arrivare alle vere e proprie manifestazioni di colonialismo e di imperialismo moderni, dando particolare rilievo alla storia dei vinti attraverso una serie di episodi esemplificativi e drammatici: dagli indiani d’America agli indios brasiliani, dalle popolazioni native dell’Africa , al Vietnam. La chiave di lettura tuttavia non è mai improntata ad una facile quanto improbabile “fuga all’indietro” con la riproposta di nostalgie mitiche da “buon selvaggio”. Essa è piuttosto imperniata su una analisi socio-economica dei fattori che di volta in volta determinarono le avventure coloniali.
|
IL SERGENTE NELLA NEVE - Mario Rigoni Stern I ricordi della ritirata di Russia scritti in un lager tedesco dall’alpino Rigoni Stern nell’inverno del 1944 vennero pubblicati da Einaudi nel 1953 nei “Gettoni” diretti da Vittorini sotto il titolo Il sergente nella neve.Apprezzato inizialmente soprattutto per il valore della testimonianza, il romanzo ha mostrato le sue grandi qualità espressive con la progressiva distanza temporale dei drammatici avvenimenti narrati. E ormai è giustamente considerato un classico del Novecento: per la lingua intensa e sempre concretissima, per l’alta moralità di fronte a esperienze estreme, per la totale mancanza di enfasi retorica, per il candore e la forza con cui viene rappresentata la lotta dell’uomo per conservare la propria umanità. |
IO E GLI ANTICHI - La storia vista da un ragazzo - Sauro Marianelli
Con questo libro insolito e originalissimo, dove le illustrazioni che intercalano la narrazione sono una forma del linguaggio stesso, il lettore ripercorre, con lo spirito di un ragazzo, la storia dei primordi fino all’impero romano. Ha così occasione di divertirsi alle considerazioni a volte anche fantastiche ( la palafitta immaginata come una roulette con le gambe), di appassionarsi ai costumi strani degli antichi, di affinare la sensibilità critica nel gioco continuo della contrapposizione ieri – oggi. Ha inoltre modo di trovare spunti e suggerimenti per riflettere sui gravi problemi della nostra epoca (l’energia, l’educazione, l’ambiente, l’economia, il fanatismo, la giustizia, la sanità, il governo e altri ancora) e per provare a esprimersi in forme varie e anche inusitate (diario, intervista, relazione ecc.). |
LA GRANDE ROMA DEI PAPI - Alberto Angela Splendore e intrighi, magnificenza e miseria, capolavori immortali e cortigiane: tutto questo è la Roma dei Papi nel momento dell’apogeo del Rinascimento, quando i più eccelsi artisti si trovano riuniti in un unico luogo per esaltare la grandezza spirituale e temporale della Chiesa. Niccolò V, Sisto IV, Alessandro VI, Giulio II, Leone X, Paolo III… pagina dopo pagina conosceremo i loro vizi e le loro virtù, parteciperemo ai conclavi che li hanno consacrati, apriremo le porte dei loro appartamenti, siederemo alla loro tavola, sceglieremo arazzi e broccati, discuteremo i progetti per la Basilica di San Pietro e ci rifugeremo a Castel Sant’Angelo durante il terribile Sacco di Roma |
LAURENTI IL TERRIBILE - Ilario Fiore Gli occhiali a Pince – nez, la faccia di pelle chiara, ben rasata e le mani estremamente curate: ecco, con l’aspetto di un gentiluomo di vecchio stampo, Laurenti Beria, l’uomo che per alcuni decenni ha avuto in pugno il destino di milioni di compatrioti. Un nome che evoca stragi, purghe, deportazioni in massa e assassini perpetrati scientificamente durante l’epoca staliniana. continua...
Ma, se gli attuali dirigenti sovietici, seppur sommessamente, del dittatore georgiano parlano ancora e, quando si recano in Georgia, gli rendono verbalmente omaggio, di Beria tacciono l’esistenza. In URSS si desidera cancellarne, col ricordo, la memoria. Per uno dei tipici paradossi della politica sovietica, dell’uomo che a 46 anni era stato insignito di due ordini della Bandiera Rossa, di sette medaglie al valore e a cui era stato attribuito il titolo di eroe del Lavoro Socialista, non si fa più alcun cenno. Tutti gli errori e le colpe del regime di Stalin sono stati attribuiti a lui, quasi fosse una specie di “angelo del male”, capace – lui solo – di ogni nefandezza. Una tesi che non convince i georgiani i quali odiano l’uomo a cui imputano le loro sofferenze, ma contemporaneamente essi non credono ai dirigenti del Partito. Hanno l’impressione che ancora una volta si tratti di “una commedia inutile e menzognera”, come l’avrebbe definita Tolstoi. Infatti Beria esistette: fu sì l’esecutore materiale delle uccisioni avvenute sotto Stalin, ma di quella spietata politica non fu l’unico colpevole. Le complicità si sono ramificate anche altrove , all’interno dello stesso apparato di potere sovietico che oggi cerca di respingerle. Ilario Fiore, ex- corrispondente della RAI -TV a Mosca, con questo volume ha voluto scrivere l’autentica storia di Beria, seguendone le varie tappe che lo portano al vertice della gerarchia sovietica. Dal periodo del suo sodalizio con Baghirov fino al momento in cui Beria mise piede nella capitale, e fino a quando uscì di scena dopo che ne era stato il protagonista più temuto, sono ripercorsi e analizzati i diversi capitoli della sua esistenza, tenuti insieme da un unico filo conduttore. Un’ esistenza dai risvolti avventurosi e tragici, tali da fare di lui un personaggio contraddittorio, abile e astuto quanto crudele e spietato. Ponendo la sua ambizione, coltivata con odio e rancore a Baku durante gli anni della sua povertà giovanile, ala servizio di Stalin ne diventò, oltrechè il Fouchè il “delfino”. Per questo suo disegno si servì di una raffinata tecnica basata sul “gioco del complotto” in cui, come scrive Ilario Fiore, “il popolo russo faceva la parte del pubblico in una sala dove al posto del divertimento correvano i brividi del terrore”. Inventando inesistenti congiure riuscì a costruire una macchina che eliminava sistematicamente tutti coloro su cui cadeva l’accusa di “tradimento”. La meticolosa inchiesta di Ilario Fiore nel presentare perciò la figura di Beria fa luce sui grandi retroscena della politica sovietica, ne ripercorre le diverse fasi rispondendo a molte domande che parevano senza risposta. È un’accurata e lucida indagine dietro le quinte del Cremlino per svelare caratteristiche del “machiavellismo rosso” che, in nome della Ragion di Stato, ha eliminato tutti i veri, o presunti, avversari del Principe. Un libro di storia che è anche drammatico romanzo di vita vissuta.
|
LE 19 EUROPE - Raymond Cartier
“Esistono nell’Europa occidentale, una dozzina di uomini investiti di un potere straordinario, di cui non pensano però a fare uso: sono i capi dei grandi istituti d’emissione europei. Se volessero, potrebbero demolire il dollaro …”Noi abbiamo vissuto un miracolo e non ce ne siamo accorti. Nel 1947 l’Europa era morta. Le distruzioni materiali erano talmente gigantesche, gli odi lasciati dalla più atroce delle guerre erano tanto terribili che ogni speranza di ristabilire un’attività e un ordine interni, di restaurare una concordia europea pareva esclusa. continua...
Eravamo una frana, oggi siamo un pilastro. Raymond Cartier, il più famoso giornalista francese, in un grande reportage appassionato e brillante, ci guida attraverso i paesi dell’Europa occidentale e afferma che la storia europea del dopoguerra è assai più che una restaurazione: è un rinascimento che ha portato l’Europa molto al di sopra del valore organico che aveva nel 1939. Le diciannove Europe sono un’affermazione di fede nella rinascita e nel destino dell’Europa. Cartier scrive sulla base di una diretta conoscenza , e nella sua opera storia e geografia, economia politica ed etnologia, passato e presente si integrano e si fondono. Da Macmillan ad Adenauer, da Krupp a Mattei, è una galleria di ritratti vivi e penetranti. La rivoluzione sociale dell’Inghilterra, la lotta contro il mare dell’Olanda, la Francia alla ricerca di un equilibrio politico, la rinascita economica della Germania, la forza del Nord e la debolezza del Sud dell’Italia, il piccolo mondo immenso del Vaticano, l’inimitabile Svizzera e la misteriosa Islanda, insieme agli altri paesi dell’Europa occidentale, sono gli aspetti e i temi documentati, svolti e acutamente interpretati dall’autore. Cartier vuole creare una coscienza europea e alla domanda : che cos’è l’Europa, quali insidie la minacciano e quali possibilità le si offrono, egli risponde con una convincente indagine, il cui risultato ci consente di credere ancora nell’Europa e nel suo futuro.
|
LEONARDO - Il genio del Rinascimento - Alberto Angela Siamo nel momento d’oro del Rinascimento quando in un paesino della Toscana nasce, da una relazione illegittima, un bambino mancino destinato a diventare uno dei più grandi geni che l’umanità abbia mai conosciuto. Seguiremo la crescita del suo pensiero libero, l’incontenibile desiderio di osservare, capire e sperimentare, il manifestarsi precoce delle sue poliedriche doti di precursore, il rovello di una creatività senza fine. E ci immergeremo nel suo mondo di capolavori enigmatici, ardite ingegnerie e studi naturali che ancora oggi non smettono di sorprendere. |
LE ORIGINI DI ROMA - Raymond Bloch
La questione delle origini di Roma ha affascinato schiere di scrittori e studiosi nel corso dei secoli, da Livio a Cicerone fino ai nostri giorni. Se anche si esclude il particolare valore storico dell’Urbe e la sua forza di sopravvivenza attraverso le alterne vicende dei tempi, le leggende sulla sua fondazione e sui primi anni di vita sono così affascinanti e avvolte in un alone di mistero, da costringere, quasi, i ricercatori – storici, archeologi, filologi, paletnologi – a gareggiare perennemente nel tentativo di risolvere il problema. continua...
Placatesi le eco “imperiali”, che infine avevano fatto della gloria di Roma un richiamo folkloristico, e quelle denigratorie, che non tenevano alcun conto delle anticipazioni sociali già in atto ai tempi della repubblica, questo libro può oggi portare a un vastissimo pubblico la luce delle più recenti e complete testimonianze archeologiche, linguistiche e storiche. Si tratta di una interpretazione che non solo differisce da quella degli antichi, ma che si allontana altresì dagli orientamenti classici degli studiosi del XVIII e XIX secolo, in gran parte indissolubilmente legati alle fonti letterarie. L’Autore – che in questa stessa Collezione ha pubblicato un fortunato libro su Gli Etruschi – descrive le migrazioni di popolazioni nella penisola italica e indaga con competenza ed evidente, chiara passione di studioso sui fattori economici e strategici che portarono Roma, in mezzo all’affiorare di differenti culture primitive, a raggiungere una posizione di decisiva importanza nella penisola italica. Mettendo in rilievo, da un lato, l’influenza della Grecia, dall’altro quella dell’ Etruria, Raymond Bloch, che ha scavato a lungo in Italia Centrale ed ora affronta anche più vasti problemi della protostorica italica, ricostruisce con estrema efficacia i primi tempi della città, anche alla luce – spesso resa veridica dai dati archeologici – delle leggende tradizionali.
|
L' ITALIA DEI BALILLA - Alberto Angela In questo volume entriamo in un periodo travagliato della nostra storia, il Ventennio, per scoprire come si viveva nell’Italia del Duce. Vedremo una Nazione stretta nella morsa della censura e organizzata in squadre paramilitari schierate contro tutti quelli che non indossano una camicia nera. Un Paese che studia su un unico testo di scuola, che ascolta la stessa radio, si esibisce allineato in perfette coreografie, gareggia ai Littoriali, sogna di sfidare Hollywood con Cinecittà… e non si accorge di essersi rinchiuso in una trappola di autarchia e oscurantismo, con una precisa missione:fornire a Mussolini il suo esercito, i bambini armati di moschetti e fede incrollabile nel loro Dux. |
NIENTE DI NUOVO SUL FRONTE OCCIDENTALE - Erich Maria Remarque Kantorek è il professore di Bäumer, Kropp, Müller e Leer, diciottenni tedeschi quando la voce dei cannoni della Grande Guerra tuona già da un capo all’altro dell’Europa. Ometto severo, vestito di grigio, con un muso da topo, dovrebbe essere una guida all’età virile, al mondo del lavoro, alla cultura e al progresso. Nelle ore di ginnastica, invece, fulmina i ragazzi con lo sguardo e tiene così tanti discorsi sulla patria in pericolo e sulla grandezza del servire lo Stato che l’intera classe, sotto la sua guida, si reca compatta al comando di presidio ad arruolarsi come volontari. continua...
Una volta al fronte, gli allievi di Kantorek – da Albert Kropp, il più intelligente della scuola a Paul Bäumer, il poeta che vorrebbe scrivere drammi – non tardano a capire di non essere affatto “la gioventù di ferro” chiamata a difendere la Germania in pericolo. La scoperta che il terrore della morte è più forte della grandezza del servire lo Stato li sorprende il giorno in cui, durante un assalto, Josef Behm – un ragazzotto grasso e tranquillo della scuola, arruolatosi per non rendersi ridicolo -, viene colpito agli occhi e, impazzito dal dolore, vaga tra le trincee prima di essere abbattuto a fucilate. Nel breve volgere di qualche mese, i ragazzi di Kantorek si sentiranno “gente vecchia”, spettri, privati non soltanto della gioventù ma di ogni radice, sogno, speranza.Pubblicato per la prima volta nel 1929, e da allora oggetto di innumerevoli edizioni, Niente di nuovo sul fronte occidentale viene considerato uno dei più grandi libri mai scritti sulla carneficina della Prima guerra mondiale, il tentativo, perfettamente riuscito, di “raccontare una generazione che – anche se sfuggì alle granate venne distrutta dalla guerra” (E. M. Remarque).
|
RAMSES. SEGRETI E SPLENDORI DI UN FARAONE - Alberto Angela Ramses II “il Grande”: iniziamo il nostro viaggio nell’Egitto del faraone più celebre della Storia, morto all’età di di novantadue anni. Dio – sovrano dalle straordinarie doti di condottiero ha saputo regalare alla sua civiltà, e al mondo intero, opere maestose. Nessuno prima di lui, né dopo di lui, riuscirà a lasciare in eredità tanta bellezza. E tanti segreti. A partire dall’incredibile viaggio della sua mummia, che tra avventure e colpi di scena ha percorso mille strade e attraversato i secoli per giungere fino a noi. |
RICCARDO CUOR DI LEONE - L' epopea delle Crociate - Alberto Angela Nel cuore del Medioevo un papa richiama i Cristiani alla difesa della Terra santa. E migliaia di cavalieri, pellegrini, avventurieri si mettono in cammino per terra e mare. È la Prima Crociata, un’incredibile migrazione di massa che unisce uomini diversi, chi in cerca di redenzione e chi di ricchezze. Una storia fatta di battaglie leggendarie e celebri condottieri. Tra questi Riccardo Cuor di Leone, un eroe capace di grande generosità come di spietata violenza. Vi racconteremo di lui e del suo grande antagonista, il sultano Saladino. E andremo in Terrasanta per capire chi erano i Templari, provando a rintracciare nelle Crociate le origini dei rapporti fra due culture, quella cristiana e quella musulmana. |
RADETZKY - Franz Herre
Molti conoscono la Marcia di Radetzky, una musica che sembra sempre lì lì per passare dal marziale ritmo binario al rapido ritmo ternario del valzer viennese; ma pochi sanno che Johann Strauss senior compose la sua famosa Opera 228 per celebrare la vittoria riportata nel 1848 dagli austriaci sugl’italiani. Vittoria che indusse a sperare nel soffocamento della rivoluzione nazionale e nella salvezza definitiva dell’impero plurinazionale. continua...
Ancora meno si sa dell’uomo che riportò questa vittoria e rinvigorì questa speranza, il feldmaresciallo conte Josef Wenzel Radetzky Von Radez, il più illustre fra i generali austriaci dopo il principe Eugenio. Già nel 1813 – 14, da capo dello stato maggiore degli eserciti coalizzati, egli aveva dato un contributo determinante alla sconfitta di Napoleone, sebbene gli storici di lingua tedesca, e soprattutto i prussiani, abbiano passato sotto silenzio i suoi meriti. Irriducibile nemico degli italiani, nel 1848, dopo aver riorganizzato il suo esercito, battè i piemontesi di Carlo Alberto a Custoza, li sconfisse nuovamente a Novara nel 1849 e conservò al suo sovrano le province italiane. La vita di Radetzky, nato nel 1766 e morto nel 1858, abbraccia un secolo di storia europea: assolutismo illuminato, rivoluzione francese, impero napoleonico, guerre di liberazione, restaurazione e movimento nazionalistico liberale e democratico, col quale si trovò a confronto in qualità di governatore generale e di comandare militare del regno lombardo – veneto. Radetzky cercò una via mediana fra la rivoluzione e la reazione, analogamente al prussiano Scharnhorst promosse una riforma militare e cercò di prendere le distanze dal sistema instaurato da Metternich. Poi il radicalismo di sinistra lo spinse sempre più a destra, fino al neoassolutismo di Francesco Giuseppe. Già agli albori del XIX secolo vedeva L’Europa minacciata dall’espansionismo russo da un lato, dall’emergente potenza degli Stati Uniti dall’altro. Perciò auspicava, coerentemente con la sua visione, il principio proposto dopo la seconda guerra mondiale: “una lega europea, un’organizzazione che comprenda tutti gli stati europei è l’imperativo più pressante del momento”. Il protoeuropeista Radetzky era un perfetto austriaco vecchio stampo per origini e per inclinazione intrinseca, nel pensiero e nell’azione. “Sotto le tue tende c’è l’Austria” inneggiava Franz Grillparzer nella poesia che gli dedicò, intendendo dire che l’esercito condotto dall’imperialregio feldmaresciallo, composto di soldati d’ogni nazionalità della composita monarchia asburgica, non solo l’aveva salvata, ma impersonava simbolicamente quanto meritava di perpetuarsi: l’ordinamento sovranazionale. Franz Herre, autore di numerose e fortunate biografie, traccia in queste pagine un ritratto fedele e pieno di vita di Radetzky, antesignano dell’europeismo e ultimo paladino degli Asburgo, collocandolo sullo sfondo così ricco di eventi del suo tempo.
|
SCRITTO SULL'ACQUA - Concetto Pettinato
“Scritto sull’acqua”, che la Casa Editrice Ceschina dà oggi alle stampe, è un racconto a sé; però può essere considerato anche come la continuazione di una trilogia la cui prima parte, “Rosso di sera” vide la luce con successo or è qualche anno pei tipi della stessa Casa Editrice e la cui terza ed ultima parte, “Tutto da rifare”, le terrà dietro in un prossimo avvenire. continua...
Insieme, le tre opere compongono il ciclo: “La nostra vita”, col quale Concetto Pettinato, scrittore simpaticamente noto al nostro pubblico colto, si è assunto il compito non lieve di tracciare un quadro vivo e colorito, non solo, ma ragionato, dell’epoca compresa fra lo scorcio dell’Ottocento e gli anni Sessanta, imperniandolo sui momenti di maggior rilievo della sua stessa vita di osservatore e giornalista. “Scritto sull’acqua” va dal 1912 al 1939 ossia dalla vigilia della prima guerra mondiale allo scoppio della seconda. Dovremmo desumerne che gli avvenimenti evocati nelle sue 800 e più pagine non possano, per forza di cose, vantare molto di inedito. E invece no: il loro continuo intrecciarsi e immedesimarsi con le vicende personali d’uno che vi è stato, poco o tanto, coinvolto e che li rivive, nel proprio racconto, come attraverso i capitoli di un romanzo, interessa e attira il lettore, vietandogli, in ogni caso, di restar loro indifferente. Russia, Francia, Germania, Spagna, Inghilterra, paesi che l’autore ha familiari, concorrono, ciascuno per la sua parte, a formare lo sfondo palpitante di un cinquantennio di storia, il quale costituisce in pari tempo il cinquantennio decisivo della vita di un uomo. Come dicemmo già per “rosso di sera” questo “Scritto sull’acqua” è, oltre tutto, per la sua obiettività e serenità, un’opera altamente educativa, raccomandata in modo speciale all’attenzione e al rispetto dei giovani, alla formazione dei quali si sforza di tendere.
|
UN ANNO SULL' ALTIPIANO - Emilio Lussu Scritto nel 1936, apparso per la prima volta in Francia nel 1938 e poi da Einaudi nel 1945, questo libro è ancora oggi una delle maggiori opere che la nostra letteratura possegga sulla Grande Guerra. L’Altipiano è quello di Asiago, l’anno dal giugno 1916 al luglio 1917. Un periodo di continui assalti a trincee inespugnabili, di battaglie assurde volute da comandanti imbevuti di retorica patriottica e di vanità, di episodi spesso tragici e talvolta grotteschi, attraverso i quali la guerra viene rivelata nella sua dura realtà di “ozio e sangue”, di “fango e cognac”.Con uno stile asciutto e a tratti ironico Lussu mette in scena una spietata requisitoria contro l’orrore della guerra senza toni polemici, descrivendo con forza e autenticità i sentimenti dei soldati, i loro drammi, gli errori e le disumanità che avrebbero portato alla disfatta di Caporetto. |
UNA TRACCIA DI 100.000 ANNI - Heinz Sponsel
Questa traccia è nascosta nelle profondità della terra. Si trova nelle foreste vergini e sotto le sabbie del deserto lungo il Nilo, in misteriose caverne, sotto una collina o sotto le ceneri di un vulcano o nelle profondità di un pozzo messicano. È la traccia dei popoli vissuti molti millenni fa e che da lungo tempo sono scomparsi. È la traccia dei Faraoni egiziani e dei misteriosi Maya, è la traccia di misteriose città nelle foreste vergini e di immense piramidi, di stadi colossali, di tombe di re, di templi. Audaci esploratori le hanno strappate alle profondità della terra. Del destino di questi uomini e dei loro scavi che hanno meravigliato il mondo, si occupa questo libro. Tutto è avventura nella storia della scoperta del mondo. E questa storia non è ancora giunta alla fine. Il mondo è ancora pieno di misteri, ma uomini coraggiosi continueranno a cercare, come sempre la traccia di 100.000 anni. |
VERSAILLES - Alla corte dei re di Francia - Alberto Angela Nelle sfarzose sale e nei magnifici giardini della reggia di Versailles sono passati re e regine, si sono consumati intrighi e giochi di potere, amori adulteri, sono state ordite congiure, dichiarate guerre, allestiti incredibili banchetti, si è ballato tra specchi e candelieri fino a mattina. continua...
A Versailles si è fatta la Storia. Di Francia, ma anche d’Europa. Seguiremo i tre protagonisti di quest’epoca, tre “Luigi”. Luigi XIII che, affiancato dal cardinale Richelieu, afferma la supremazia della sua Nazione in Europa. Luigi XIV, il Re Sole, servito da un altro fedele cardinale, il Mazzarino, nella realizzazione del motto “Lo Stato sono io”. Infine Luigi XV con le sue numerose amanti, da Madame de Pompadour alla Du Barry. Dopo di lui l’assolutismo giunto all’apice sarebbe crollato: “Après nous le déluge”, dopo di noi il diluvio. Mancano infatti quindici anni allo scoppio della Rivoluzione francese.
I |
I TRE GIORNI DI POMPEI - 23-25 ottobre 79 D.C. ora per ora la più grande tragedia dell'antichità - ALBERTO ANGELA
Alle 13 del 24 ottobre del 79 d. C., un venerdì qualunque a Pompei, dal vicino Vesuvius si sprigiona una quantità di energia pari a cinquantamila bombe atomiche e, in meno di venti ore, sotto un diluvio ustionante di ceneri e gas, Pompei è soffocata da sei metri di pomici, mentre la vicina Ercolano viene sepolta sotto venti metri di fanghi compatti. Dopo molti anni trascorsi a studiare la zona vesuviana, Alberto Angela ricostruisce come in un film i giorni che ne segnarono il tragico destino. Per farci respirare le atmosfere di quei momenti, individua alcuni personaggi storicamente esistiti – la ricca matrona Rectina, un cinico banchiere, un politico ambizioso … - e li segue passo dopo passo, in un percorso che si può fare ancora oggi, per strade, campagne, case o locali pubblici. |