ANTICA PERSIA - EDITH PORADA Quest’opera è nata da un viaggio nell’Iran, compiuto dall’autrice nel 1960 con una borsa di studio americana. Perciò rispecchia anche le avventure di una scoperta, avanza sulle tracce di un appassionato pellegrinaggio tra luoghi desiderati, famosi, spesso leggendari... continua...
Ma si tratta, beninteso, di una passione illuminata e illuminante, maturatasi attraverso un’assidua preparazione scientifica. I nomi degli studiosi che Edith Porada ha chiamato a collaborare al suo libro, quelli degli archeologi e degli storici di cui sono stati utilizzati i contributi( se ne veda l’elenco nelle pagine iniziali) garantiscono le più sicure soluzioni e risposte ai molti problemi sollevati dall’arte iranica dei periodi qui più particolarmente presi in esame, che sono anche quelli del suo massimo splendore ( II e I millennio dell’età precristiana). Solo dal 1931, con gli scavi intrapresi nei pressi di Tepe Giyan dal Ghirshmann e dal Contenau, si è cominciata a profilare la possibilità di una datazione e suddivisione geografica dei prodotti artistici precedenti l’epoca degli Achemenidi e dei Sasanidi. Prima di allora gli scavi dell’Iran, compresi quelli di Susa, “ non erano che disordinate, clandestine ricerche di tesori nascosti”. Quali tesori, tuttavia, dal punto di vista culturale non meno che da quello estetico. E oggi una più attrezzata e sistematica conoscenza ne rivela anche maggiormente la suggestività e lo splendore. Si tratta per lo più di rappresentazioni di animali, dove la fedeltà delle immagini e, per così dire, la somiglianza fisica e figurativa si alleano alla tendenza verso schemi formali e in certo modo astrattivi. Per agevolarne all’ occhio una lettura, che consenta di coglierne i pregi di forma , i significati e la vitalità espressiva, l’autrice ha cercato soprattutto di mettere in luce le costanti di quell’arte. Che è poi la via metodologicamente più diretta per coglierne il segreto. Edith Porada l’ha percorsa, accostando tra loro opere che presentino similitudini e analogie di motivi: dalle figurazioni animalistiche a quelle demoniche che, in ibride creature tra bestiali e antropomorfiche, adombrano il legame tra l’uomo e l’animale. In questo libro insomma è tracciato l’esauriente panorama di un’arte , di una cultura che non cessano di magnetizzare i lettori di Occidente e sempre mantengono la loro promessa di continue rivelazioni.
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